lunedì 8 febbraio 2010

FUORI PROGRAMMA di Andrea Pezzi

Ogni giovane intelligente deve imparare a risolvere i problemi e, una volta superati, a trascenderli senza perdersi in razionalizzazioni o enfatizzazioni inutili.
Del resto e' sufficiente notare come si muovono gli stupidi. Essi tipicamente si affogano nei problemi e anche una volta scampato il pericolo si ingolfano di emozioni negative, raccontandolo agli amici, enfatizzando la difficolta', preoccupandosi spesso in modo retroattivo e inutile.
Ecco a cosa servono gli "amici" per gli imbecilli: servono nel momento del bisogno, a condividere e amplificare una pena, a dare il teatro alla sofferenza.

"Lasciatemi libero di essere me stesso e rispettero' ogni regola", questa e' la sola etica che permette all'uomo di rimanere persona pur vivendo nel sistema.

Quanto a Maslow, oggetto di studio per lui non sono le nevrosi o le psicosi, ma le persone sane, quelle che tendono verso lo sviluppo e l'accrescimento di se...
... Questi autori intuiscono che la vera vocazione della psicologia non risiede nella cura della malattia, ma nella realizzazione esistenziale della persona, quindi nella comprensione di se.

Per alcuni la malattia e' frutto dell'imponderabile, del caso, qualcosa che ci succede e sulla cui natura non ha neanche senso interrogarsi. A me invece piaceva pensare alla malattia come un linguaggio usato dall'anima quando deve comunicarci che quello che facciamo o che pensiamo non e' conforme alla nostra natura.

"Il problema dell'uomo non e' la vita, o gli altri, ma e' il modo in cui egli si rapporta a se stesso".

"Bisogna conoscere se stessi per diventare se stessi".
Mi pareva anche fosse a portata di mano una verifica empirica di questo ragionamento: la cultura, la conoscenza, le idee sono buone solo se consentono di far evolvere cio' che contatto, con cui ho a che fare. Se una mia scelta o una mia idea determina una regressione, se mi limita, o se mi ammalo, se mi sento infelice, allora mi sto allontanando dalla realizzazione piena della mia identita'.

Un uomo che, ordinato e realizzato in se stesso, non disturba l'equilibrio altrui. E' questo il tipo di verita' a cui bisogna puntare: da conquistarsi attraverso un individualismo tranquillo e maturo, che esclude ogni sforzo per imporsi agli altri.

Questa e' infatti per me l' amicizia: uno spazio in cui due persone stanno alla pari e si aiutano mantenendo rispetto l'uno dell'intimita' dell'altro. Uno spazio fatto di coraggio e spietata sincerita'. Si puo' parlare di tutto, purche' ci si dica quel che e' davvero necessario dirsi...

Non potevo non chiedermi come nasceva, in me e negli altri, questa necessita' di conferma di se' per approvazione degli altri o per affermazione sugli altri.
In quei giorni di curiosita' mi capita di dover andare a prendere un amico. E' appena nevicato. Entro in casa, dove lui vive con due sorelline, la madre, il padre, la nonna e il nonno. Tutti sotto lo stesso tetto...
... Arriva Giulia. Ha 6 anni, e' allegra e spettinata. Corre sui pattini. Il nonno la sta aspettando per andare in giardino a giocare con la neve. Lei e' felice come una principessa che e' stata invitata a un ballo dal suo principe azzurro, lui e' felice di esserlo. La nonna di Giulia guarda suo marito con disappunto e la bambina, strano ma vero, guarda lei piena di rivalita' e di fierezza. E' Giulia l'amore di quel vecchio uomo - il capofamiglia, il piu' rispettato, quello che aveva portato tutti al benessere.
Intanto la nonna prende per il braccio la piccola Giulia e la veste con una strana violenza nei gesti, lei si dimena infastidita e infine cade a terra. Piange. "Sei una femminella! Alzati!" Lei corre tra le braccia di suo nonno e continua a guardarla in segno di sfida. Arriva la madre, allarmata dal pianto. Vede la scena e istintivamente le due donne prendono ad aggredire la piccola. Lo sguardo della bambina e' ancora rivolto alle donne mentre, al collo del nonno, si lascia la porta di casa alle spalle. Io resto con loro e forse non accorgendosi di me la madre commenta: "Quando torna la sistemo io!" Donne che lottano per il primato, una bambina che le batte, e la loro necessita' di schiacciarla. Tutto sbagliato. E' solo un copione mortifero
in cui l'uomo e' l'inconsapevole palo su cui girano come in una giostra le nevrosi e le insicurezze di tre generazioni in dialettica tra loro. Comprendo che la bambina era gia' stata sottratta al suo egoismo, che aveva gia' interiorizzato le regole del gioco: chi prende il maschio piu' eminente vince su tutte. Magari piu' avanti negli anni avrebbe potuto anche rinunciare al suo primato pur di non perdere la madre, ma sotto sotto avrebbe sempre saputo di essere la migliore, la piu' desiderata. Si sarebbe frenata, abbruttita pur di non perdere l'amore di lei, ma in fine l'avrebbe segretamente odiata e poi forse si sarebbe rifatta su una figlia cui non avrebbe potuto che insegnare la stessa frustrazione...
... Ogni donna che vive quella giostra di stereotipi tutti al femminile, quando decide di fare un figlio, essendo inconsapevole della sua essenza, non e' capace di vero amore. Da confusione a confusione, il rapporto madre/figlio finisce spesso per diventare il luogo in cui gli adulti trovano compensazione alle proprie frustrazioni. Amano il bambino per come serve a loro, come una cosa loro, non per cio' che quella creatura e'.

Nella vita non ci sono alternative, o si nasce nuovi in ogni istante, oppure si e' destinati a invecchiare nella ripetizione dei propri stereotipi. Ecco perche' l'inelligenza e' una conquista sempre nuova...
... Intelligenza e' saper leggere cio' che accade, capire la realta' e il principio che l'ha generata.

La cultura e' a mio avviso solo uno strumento utile a leggere meglio il mondo, non ci aiuta a risolvere i problemi ma a capirli.

E' uno strano gioco della vita quello che ci fa amare cio' che possiamo e dobbiamo diventare.

Diventare e non possedere quello che si ama, ecco l'amore.

Prima mi piaceva aiutare gli altri a raggiungere i loro scopi: era un modo per proiettarmi fuori da me e in qualche modo un alibi per non affrontare responsabilmente la mia possibilita' di essere.