sabato 17 aprile 2010

ZONE RIGIDE di Alessandro Cattelan

Aveva capito che la vita e' fatta di eccessi e mancanze e che difficilmente riusciremo mai a tenerci stretto per sempre quello che ci fa sentire sicuri oggi. Aveva capito che aggrapparsi con tutte le proprie forze a un palo piantato nel terreno non e' sufficiente a non cadere, e che solo restando in continuo movimento si e' in grado di assorbire meglio i colpi. Una parte di me avrebbe voluto congratularsi con lui, mentre l'altra parte di me, quella piu' stronza e incredibilmente quella che preferivo ascoltare, cercava di spaventarlo sollevando dubbi sulla sua scelta.

Con una mano insospettabilmente ferma disegna un cerchio rosso sull' intonaco bianco della parete.
"Quando insegnavo filosofia contemporanea a Padova, la ricerca della felicita' era uno dei miei argomenti preferiti, e questo era uno degli esempi che usavo piu' spesso...
Cosa vedi quì? Cosa ho disegnato?" dice picchiettando la penna sul muro.
"Un cerchio?" ho risposto quasi domandando.
"Lo sapevo. Rispondono tutti così. Un cerchio, o un pallino, o un disco... Quasi nessuno dice che ho disegnato un buco nel muro, perche' la maggior parte delle persone pensa prima all'interno, anziche' pensare all'esterno. La gente si concentra piu' sul piccolo cerchio piuttosto che sulla grandezza del muro intorno. Ma la verita' e' che non puoi capire cio' che hai dentro se non consideri prima quello che c'e' fuori. E' una teoria di Alan Watts, lo conosci?"

"... la felicita' va cercata nel mondo. La felicita' non si autoalimenta, ma ha bisogno di muoversi, vedere, conoscere, toccare, provare, assaporare, bere, lavarsi, scaldarsi, e lo puo' fare solo attraverso di te. Siamo esseri molto piu' semplici di quello che ci ostiniamo a credere. Tutto cio' che possiamo fare e' vivere la vita e smetterla di provare a piegarla alle nostre esigenze. Ci ostiniamo a considerarci al centro di tutto, ma la verita' e' che le nostre esigenze contano meno di zero. La parte bella e allo stesso tempo un po' deprimente di tutta questa vita e' che ogni cosa e' mutevole e sempre pronta a cambiare. Immagina la felicita' come fosse un bel mese d'agosto. Non importa quanto freddo faccia oggi, ci sara' sempre una nuova estate, che tu lo voglia o no.
Quindi devi solo aspettare che passi l'inverno."

"Prova a pensare alla tua vita come se fosse una casa e immagina che il divano, il dono che ti e' stato  fatto, sia l'amore. Ne puoi fare quello che vuoi ma su una cosa siamo tutti d'accordo. Credo che, qualunque sia la tua casa, sul tuo divano tu ci debba stare comodo. Altrimenti e' il momento di cambiarlo."

Grazie a me, potenzialmente, nei prossimi mesi, la gente verra' bombardata da uno slogan che li invita a rincoglionirsi davanti alla televisione, piuttosto che fare l'amore con la propria donna. I reality e la moviola in tv sono la meta da inseguire; i figli, i genitori, gli amici e le responsabilita' lo spettro da scacciare. Rinneghiamo gli scambi di umanita' tra le persone e lasciamo che sia la televisione a indottrinarci. Di certo non l'ho voluto io, ma ci sguazzo avidamente. Perche' confrontarsi con la vita e soffrire quando un programma trash ti puo' anestetizzare?

Ripenso alle parole di Nat e a come mi sono sentito sempre in credito nei confronti della vita. Forse ha ragione lei. Forse mi spingo sempre troppo in la', oltrepassando sempre il limite sfidando la sorte per poi pentirmene.

Riesco solo a dover ammettere che nessuna esperienza passata, per quanto dolorosa o significativa, riesce a metterti al riparo da quello che succedera' domani. Perche' le cose non succedono mai nel momento in cui le capiamo. Hanno radici piu' profonde e si rivelano solo dopo essersi gia' prese gioco di noi, lasciandoci solo la scelta di odiare o perdonare.