lunedì 1 marzo 2010

Prima di svegliarmi ti ho sognato.
In verita' era un incubo, angosciante.

Sono nel letto, guardo fuori dalla finestra con le inferriate, il cielo e' azzurro.
Sposto lo sguardo sulla porta a vetri, anche questa ha le inferriate, un uomo di colore magro e allampanato sta provando ad aprirla dall' esterno, il mio sguardo incrocia i suoi occhi, digrigno i denti come fanno gli animali in segno di minaccia, provo rabbia ma mi sento paralizzato, l' uomo digrigna i denti a sua volta e si allontana.

Cambia la scena:

Siamo nella camera da letto dei miei genitori, giochiamo rotolandoci sopra le lenzuola, mi sento quasi felice, poi iniziamo a discutere, ti alzi ed esci dalla porta, ti seguo, sei nel corridoio, stai andando nella mia stanza di quando ero bambino con Marcolino, sono arrabbiato, geloso, faccio un passo per provare a fermarti...

Cambia la scena:

Sono seduto in un cinema, mi pizzica il pizzetto, sento qualcosa che si muove, le mie dita indagano tra la barba e trovo una piccolo millepiedi, lungo di un paio di centimetri, lo afferro inorridito e lo lancio conto il muro del cinema. Guardo il punto in cui l' ho lanciato e lo vedo, si muove, intanto incrocio lo sguardo di un ragazzo seduto avanti a me, l' ha visto anche lui, in quel momento il millepiedi inizia la sua corsa, veloce scende dal muro, percorre lo stretto corridoi che porta alle poltroncine, si arrampica sulla scarpa di uno spettatore e la scala fino a scomparire nell' interno dei pantaloni. Sono infuriato, guardo il ragazzo e gli urlo : "Sei contento? Adesso hai visto un contagio in diretta!"; poi guardo ai lati dello schermo, mi accorgo che il cinema e' sudicio, ci sono chiazze indefinite e cartacce ovunque, un topo ne sta addentando una, e do' di matto, mi alzo e inizio ad urlare che e' uno schifo, in un posto del genere non ci voglio stare, ridatemi i soldi del biglietto.
Una ragazza si unisce alla mia protesta, a grandi passi arriviamo all' entrata del cinema continuando ad  urlare, arriva una delle inservienti di sala, mi prende per un braccio, me lo rigira dietro la schiena e mi spinge verso l' uscita, non riesco a reagire, mi sento senza forze e penso che non so dove e' finita la ragazza che era insieme a me.

Cambia la scena:

Siamo sul balcone a casa dei miei genitori, sono arrabbiato con te, inizio a prenderti a pugni, non reagisci, cadi a terra, e continuo a picchiarti prendendoti a calci.
Mi sento un po' piu' leggero.

E' stato il primo sogno, incubo, della mia vita con il sonoro.

HUG

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